Artemisia
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About Artemisia
Artemisia nasce sulle “ceneri” di quella che è stata a tutti gli effetti la lussuosa fortezza di un boss mafioso: oltre 1500 mq tra immobili e terreni, rivisitazione di una villa ottocentesca adibita a centro operativo della criminalità pugliese dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Il sequestro della villa del clan Lazzarotto, avvenuto negli anni Novanta, attiva immediatamente l’operato della Cooperativa Sociale C.A.P.S. (Centro Aiuto Psico-Sociale) che chiede l’assegnazione dell’immobile di Santo Spirito per destinarlo a una nuova funzione sociale sul territorio. Nel 2001 C.A.P.S. ottiene l’assegnazione del bene, è un passo importante nella lotta alla criminalità, la villa è il primo esempio di confisca alla malavita in terra di Bari, è un importante esperimento per dimostrare che un simbolo dell’attività mafiosa può trasformarsi in un bene per la comunità.
Lo smacco per la criminalità è evidente, lì dove sorgeva un centro nevralgico per lo spaccio di stupefacenti C.A.P.S. dà vita a una comunità terapeutica per giovani donne tossicodipendenti con figli. La Cooperativa C.A.P.S. non è nuova a questo tipo di iniziative, fin dalla sua nascita nella periferia del quartiere San Paolo di Bari nel 1991 si occupa della prevenzione, cura e riabilitazione delle dipendenze patologiche, e con l’assegnazione di Villa Artemisia la cooperativa raggiunge il doppio obiettivo di dare ospitalità e cura a donne in grave stato di emarginazione nonché tossicodipendenti con i loro figli e di creare una piccola comunità all’interno di un quartiere come Santo Spirito, con il tentativo di reinserire le ragazze nel tessuto sociale.
Villa Artemisia compie il suo felice percorso dal 2001 al 2011. Conclusasi questa esperienza, la villa è pronta ad ospitare un nuovo progetto che viene presentato il 27 dicembre 2013: C.A.P.S., grazie al finanziamento previsto dal bando “Beni Confiscati 2013” di Fondazione con il Sud ed al sostegno del Comune di Bari, progetta e vuole sperimentare un modello innovativo di mix abitativo, residenziale e turistico-sociale, destinando parte della villa a un gruppo appartamento per neomaggiorenni italiani e stranieri ex minori non accompagnati, integrato con un B&B co-gestito dagli stessi ragazzi, nella quale sarà possibile trovare spazi destinati alla ristorazione e alla programmazione culturale.
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Lo smacco per la criminalità è evidente, lì dove sorgeva un centro nevralgico per lo spaccio di stupefacenti C.A.P.S. dà vita a una comunità terapeutica per giovani donne tossicodipendenti con figli. La Cooperativa C.A.P.S. non è nuova a questo tipo di iniziative, fin dalla sua nascita nella periferia del quartiere San Paolo di Bari nel 1991 si occupa della prevenzione, cura e riabilitazione delle dipendenze patologiche, e con l’assegnazione di Villa Artemisia la cooperativa raggiunge il doppio obiettivo di dare ospitalità e cura a donne in grave stato di emarginazione nonché tossicodipendenti con i loro figli e di creare una piccola comunità all’interno di un quartiere come Santo Spirito, con il tentativo di reinserire le ragazze nel tessuto sociale.
Villa Artemisia compie il suo felice percorso dal 2001 al 2011. Conclusasi questa esperienza, la villa è pronta ad ospitare un nuovo progetto che viene presentato il 27 dicembre 2013: C.A.P.S., grazie al finanziamento previsto dal bando “Beni Confiscati 2013” di Fondazione con il Sud ed al sostegno del Comune di Bari, progetta e vuole sperimentare un modello innovativo di mix abitativo, residenziale e turistico-sociale, destinando parte della villa a un gruppo appartamento per neomaggiorenni italiani e stranieri ex minori non accompagnati, integrato con un B&B co-gestito dagli stessi ragazzi, nella quale sarà possibile trovare spazi destinati alla ristorazione e alla programmazione culturale.
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